Carenza Farmacisti

AAA farmacista cercasi. Diminuite le iscrizioni al corso di laurea in farmacia

Il farmacista moderno non è solo un dispensatore di farmaci, ma un punto di riferimento competente e affidabile per la comunità, una figura in prima linea contro la disinformazione sanitaria e un futuro custode della salute per chi vive con patologie croniche.
L’evoluzione della professione sta delineando un consulente della salute a 360 gradi, capace di orientare e supportare i pazienti in ogni fase del loro percorso di benessere.
Ma, negli ultimi anni, la carenza di farmacisti nelle farmacie italiane sta diventando cronica e non fa differenza fra nord, centro o sud del Paese.
Un collaboratore che va in pensione o un percorso professionale lontano dal banco, possono mettere in seria difficoltà il titolare di farmacia.

Nonostante il tasso degli occupati ad un anno dalla laurea superi l’84%, l’appeal verso la professione è diminuito e le cause sono molteplici.
Fra queste senza dubbio la retribuzione ma anche la maggiore flessibilità del lavoro e la propensione alla mobilità internazionale.
C’è da aggiungere, come indicato nell’ultimo Rapporto del Consorzio inter-unìversitario AlmaLaurea, che all’estero gli stipendi sono decisamente più alti.
Un farmacista neolaureato in Italia guadagna circa 1.400 Euro, rispetto ai colleghi di altri paesi nord europei dove mediamente lo stipendio supera i 2.150 Euro.

Quello che emerge chiaramente dallo stesso Rapporto, come accade anche nel settore medico, è la “femminilizzazione” della professione.
Le iscrizioni al corso di laurea in farmacia, calate di 1000 unità rispetto a 5 anni fa, attestano che 3 studenti su 4 sono donne, in termini percentuali il dato raggiunge il 75,1%.
Considerando che molte farmaciste hanno il sacrosanto diritto di diventare madri, è inevitabile prendere in considerazione il periodo di assenza, legato al congedo parentale, necessario per dedicarsi alla maternità.

Il quadro occupazionale attuale presenta sfide significative, tanto che in molte farmacie i titolari sono stati spinti a offrire incentivi economici legati ai risultati, come avviene nelle aziende.
Questo ha portato a un cambiamento nelle condizioni contrattuali, con una netta prevalenza dei contratti a tempo indeterminato (71%) e una percentuale molto bassa di contratti a termine (9,1%).

Per i farmacisti dipendenti, però, la situazione è resa difficile anche dalla mancanza di opportunità di crescita e carriera, oltre che dalla difficoltà di conciliare gli orari di lavoro con la vita privata.
Sebbene il ruolo tenda a essere più commerciale che scientifico, molti neolaureati si lasciano attrarre dalle offerte delle case farmaceutiche, dove le gratificazioni economiche risultano più vantaggiose.

In sintesi, oggi chi trova un farmacista… trova un tesoro!